sabato 31 dicembre 2016

I segreti di una colonna sonora... da paura!


Siamo così arrivati all’ultima notte dell’anno e per festeggiarla degnamente vi propongo una compilation di brani che fanno da colonna sonora al mio romanzo, ma che stanotte potete suonare ad alto volume per saltare e scatenarvi, per provare un piccolo brivido o per ballare un lento con la persona dei vostri sogni…o dei vostri incubi! Cominciamo dalla prima canzone citata in modo abbastanza evidente nel libro: “Fear of the dark” degli Iron Maiden. Il gruppo inglese è stato per lunghissimi anni il mio preferito: la prima cassetta con i grandi successi l’ho consumata il primo anno di liceo grazie al  mio amico Roby che me li faceva ascoltare a tutto volume nella sua stanza e che mi portava in giro con la sua moto, vestiti con chiodo, pantaloni strappati e borchie ovunque. Quando è uscito l’album “Fear of the dark”, che ascolto ancora davvero su  vinile, erano già gli anni dell’università e, dopo ogni esame superato, come premio mi compravo un disco: questo è uno di quelli a cui sono più affezionato.

 Poi c’è “Pet Sematary”. I Ramones li ho scoperti tardi, negli anni 90 quando ogni due per tre annunciavano che il prossimo sarebbe stato l’ultimo concerto. Io e il mio amico Iuri ci siamo andati davvero all’ultimo concerto qui in Italia, a Milano e abbiamo capito cosa ci eravamo persi negli anni precedenti quando il punk rock spakkava davvero. Questa canzone poi fa da colonna sonora ad un film horror tratta da un romanzo di Stephen King, che volete di più?

Con “Hell’s bells” torniamo indietro ai primissimi anni 80. Fu mio papà a portare a casa "Back in black", questo vinile tutto nero con titolo e nome del gruppo in leggero rilievo: glielo aveva venduto un suo collega. Io avevo dieci anni e lui  non sapeva che questo disco avrebbe influenzato profondamente il mio gusto musicale per tutti gli anni successivi.


 Da un black album ad un altro black album, quello dei Metallica che contiene “Enter sandman”, la canzone del babau, con quel bellissimo intermezzo recitato dalla voce di un bimbo che fa tanta, tanta paura! Il disco me lo regalarono i miei per un compleanno, al mio ritorno dalla partecipazione ad una nota trasmissione televisiva dell’epoca nella quale vinsi un viaggio e per la quale molti miei amici ancora oggi si sbellicano dalle risate! 

“Spiders” non è certo la più nota canzone del mitico Ozzy, ma è una delle mie preferite perché io ho davvero terrore dei ragni: non solo di quelli grandi e grossi, ma anche di quelli minuscoli e apparentemente inoffensivi. Quando ne trovo qualcuno in casa lo accompagno gentilmente in un’apposita scatolina e lo dirigo verso la porta dicendogli che non ho niente di personale contro di lui, solo una grande…fifa! Su you tube il video non c'è, dunque ascoltatevi questa fantastica "No more tears"

 Marylin Manson è sempre stato un personaggio controverso, non posso certo dire che sia uno dei miei artisti preferiti, ma in “Sweet dreams” a mio parere è riuscito nel difficile tentativo di migliorare una canzone già bellissima in origine, facendone una cover che ne stravolge l’atmosfera e il senso, ma che crea un grande impatto emotivo. Le sono affezionato anche perché è una delle prime che ho imparato a suonare con il basso elettrico.

 Ronnie James Dio aveva una delle voci più crepuscolari e fiabesche dell’hard rock: avrebbe potuto cantare i nomi dell’elenco del telefono facendoli sembrare il seguito de “Il signore degli anelli” e  in questa canzone racconta una grande fiaba nera, dove la musica dà proprio l’idea che da un momento all'altro stia per succedere qualcosa che incombe minacciosamente sull’ascoltatore.

Anche i Cure non posso dire di averli davvero vissuti a pieno, li ho sfiorati però più volte. Adoro l’album “Disintegration”, quello di “Lullaby”, ma forse la canzone che preferisco è proprio “A forest” con quella sua atmosfera ipnotica creata del giro di chitarra insistente e ripetuto come un mantra. Una canzone dark senza ritornello che ai tempi della mia giovanile cover band, i Joseph Chief, volevamo suonare, ma purtroppo non siamo mai riusciti a portarla in concerto.

“Nightmare” è una potentissima canzone dei mitici Saxon, gruppo inglese che ho adorato per più di un decennio, da quando, proprio con questa canzone, li vidi sul palco del festival di San Remo, di fronte ad un pubblico impreparato a questi suoni che applaudiva timidamente, quasi spaventato dal fatto che questi capelloni potessero scendere in platea e picchiare loro in testa una chitarra.

 I Motorhead del compianto Lemmy li ho ancora una volta scoperti in giovane età, quando, un giorno di Natale nel quale ancora si riusciva a riunire la famiglia Alzati allargata, con la nonna e tutti i cuginetti, mio zio Micky, grande musicofilo, mi regalò “No sleep at all”. Volendo citare una delle più grandi maschere della letteratura e dei film horror, la canzone “Hellraiser” calza a pennello.

 Quella per Alice Cooper è invece una vera e propria devozione: pensate che “He’s back (the man behind the mask) la registrai guardandone il pauroso video, da un televisore in bianco e nero con un mangianastri portatile, vera e propria preistoria direte voi! Negli ultimi anni l’ho visto ben due volte dal vivo e nell’occasione dell’ultimo concerto d’addio dei Motley Crue, ho pensato che se fossi stato in loro mi sarebbero tremate le gambe a presentarmi sul palco dopo un monumento vivente come il mitico Alice. Se siete appassionati come me leggetevi la sua biografia “Welcome to my nightmare” di Dave Thompson, ne scoprirete delle belle!

 Ecco ora il mio attuale gruppo preferito: i Placebo. Ho consumato tutti i loro dischi assaporandone sia le canzoni più coinvolgenti e ritmate, sia quelle più intime e melanconiche come “Sleeping with ghosts”. Da ascoltare seduti di fianco al camino, guardando la neve che scende, sorseggiando un bicchiere di birra al doppio malto, meglio se in buona compagnia...

 E veniamo alla chicca, la canzone che a mio parere pochissimi conoscono e che anche io ho riscoperto quando stavo scrivendo il testo del mio brano “Welcome to Insomnia”. Quando ho sentito nel bridge, Blaze Bayley cantare con voce gotica e insistente “Do you want to live forever?”, ho capito come interpretare il mio verso “The real ghost is inside of you”.

Questa è la breve storia della scelta, arbitraria e parziale, di questa tracklist che accompagna il mio romanzo, ma anche una parte importante della mia e spero anche della vostra vita.  Cosa manca? Ma certo, la mia personale versione hard rock della musica da paura, ironica e scanzonata: Stranaluna, Brema e Raise,  
 i 2blood°S, presentano: "Welcome to Insomnia"! Buon 2017 a tutti voi che con gentilezza e passione mi avete supportato e sopportato in questi mesi, vi aspetto nell'anno nuovo con altri spero interessanti articoli sui dietro le quinte del romanzo, e una clamorosa sorpresa...live!!!! Per ora acqua in bocca e...stay tuned ;)


  Avete da suggerirmi qualche altra canzone di rock horror per arricchire la mia collezione di ascolti? Scrivetemi, ve ne sarò molto grato e ora: buon ascolto, buona lettura e long live to rock and roll!
per acquistare libro online :http://www.tekaedizioni.it/home/49-welcome-to-insomnia.html
gianlucaalzatiinsomnia Web Developer

sabato 24 dicembre 2016

Non si parla mica della vita noiosa e lunga di Carlo Magno!




Roald Dahl dice che gli intellettuali sbagliano a snobbare i libri per ragazzi perché chi scrive per adulti ha un pubblico già ben disposto, chi invece scrive per adolescenti deve convincerli che vale la pena leggere un libro (e lasciare per un attimo da parte cellulare e videogiochi, aggiungo io...) e deve provare ad insegnare loro il piacere della lettura. Dunque, come piccolo regalo di Natale, dono ai miei lettori la possibilità di scaricare gratuitamente le prime 21 pagine del romanzo con l'invito di imitare i ragazzi che mi hanno regalato le loro sincere e bellissime recensioni, con apprezzamenti, ma anche critiche costruttive.
Mi raccomando, piccoli e grandi lettori, aspetto i vostri pareri ;)


 
1.    “Ho letto queste prime ventun pagine, e me ne sono subito innamorata. Sarà forse per l'amore che provo verso gli horror, i gialli oppure per tutti i libri che contengono momenti di suspense. Sinceramente non so perché, ma mi appassionano molto. Quindi si può dire con certezza che queste pagine mi hanno incuriosito parecchio... Probabilmente uno di questi giorni andró in biblioteca o in libreria per leggerlo. Voglio scoprire tutto! Sono davvero contenta di ciò che ho letto, mi è piaciuto davvero moltissimo, anche per la precisione e per la semplicità in cui è scritto. Sono curiosa di scoprirne il seguito... Complimenti!”

                                                                                                                         Carolina Maggi

 

2.     “Non ho parole! Che bello!  Prima di tutto voglio chiederLe: " Prof. Alzati, perché ha deciso di scrivere e come mai proprio un horror?". Queste ventun pagine sono molto coinvolgenti ed interessanti.
All'inizio, quando la professoressa ci ha dato il compito di leggerle, mi sono cadute le braccia, ma poi con l'iniziativa di leggerle dal computer mi sono ricreduto e  le ho lette tutte in breve tempo. Dopo due righe mi sono reso conto che era molto interessante; anche perché in questi due testi si parla di ragazzi e realtà di adesso. Quando ho iniziato a leggerle ero in macchina, leggevo ad alta voce mentre stavamo portando mio cugino in discoteca all'orsa. Si è spaventato di quello che ho letto, ma alla fine si è divertito.”  

                                                                                                                          Filippo Galbiati

 

3.    “Bellissimo!!!!! Direi bellissimo in tutto, ma la cosa che più mi piace e mi attira di questo libro è il linguaggio, quello utilizzato dall'autore. A me piacciono i libri che nel leggere ti fanno sorridere perché ironici, che adoperano un linguaggio metaforico, questo è ciò che mi piace anche scrivere. Ecco, questo libro ha queste caratteristiche e, ogni singola frase, è curata, è dettagliata e completata da numerosissimi aggettivi e informazioni che fanno comprendere meglio la vicenda ed è come se non si volesse tralasciarne neanche una perchè rendono unico il testo, l’idea e l’autore nel suo modo di scrivere. A mio parere e, secondo i miei gusti, questo è un po’ il “cavallo di battaglia” del racconto ed è il particolare che ho notato subito, dopo aver letto le prime righe. Riguardo alla storia che viene narrata, penso sia molto originale, assolutamente non noiosa, ma soprattutto richiamante molto di ciò che tutt’ora, al giorno d’oggi viviamo, è attualissima: la discoteca, il comportamento in classe tenuto dai ragazzi, la non voglia di partecipare vivamente a qualsiasi lezione, le cuffie per ascoltare la musica, sembra proprio di ritrovarsi dentro tutto ciò. Questo è un altro punto forte del libro, l’attualità, che secondo me è molto importante e invoglia di più i ragazzi nella lettura, non si parla mica della vita noiosa e lunga di Carlo Magno! Si parla di paura, ma non troppo spaventosa, ma quella paura interessante che ti fa venir voglia di continuare a leggere, leggere e leggere, finché non si finisce il libro.  Consiglio totalmente la lettura intrigante di questo libro e penso proprio che continuerò a riderci sopra incollando, insieme alle prime ventun pagine inviate dalla nostra prof.ssa, le restanti!! “

                                                                                                                       Martina Bonfanti 

 

4.    “Nonostante abbia letto solo le prime ventun pagine del libro "Welcome to insomnia" ho capito subito che potrebbe essere uno scritto interessante, pieno di  intrighi e di suspense. Però  solo una volta che l'avrò  letto per intero, potrò capire, fino in fondo, il messaggio che l'autore ci vuole dare. Il linguaggio utilizzato è vivace e comprensibile e ti fa sentire dentro al racconto. Secondo me anche il titolo è azzeccato, visti gli incubi che vive il protagonista. La sera stessa della lettura del libro, mi sembrava che fantasmi e scheletri mi seguissero sulle scale e spuntassero da sotto il letto; quindi mi è risultato difficile prendere sonno. Da queste poche pagine, però, ho l'impressione che se lo leggesse  un bambino più piccolo della mia età,  potrebbe avere paura ad andare a letto da solo per lungo tempo. Mi piacerebbe leggerlo per intero... e lo farò! ”                                              
                                                                                                                         Nicolò Giovenzana 

 

5.    “A me questo libro è piaciuto molto, fin dalle prime pagine anche perchè mi sono ritrovata molto nel protagonista; io non ho mai creduto ai fantasmi e mai avrei pensato di crederci, soprattutto non avrei mai pensato di farlo dopo aver letto un semplice libro, ma mi sbagliavo, infatti ora ci credo; lo faccio in un modo un po’ strano. Tutti credono che i fantasmi siano creature paurose, magari anche un po’ anziane, ma no! I fantasmi sono tutt’altro: sono degli adolescenti, si, proprio come noi, e non fanno per niente paura, anzi, sono come dei normali amici, ma non visibili.  Il racconto è interessante, anche perché, lo scrittore, (Alzati) tratta temi come la legalità, la diversità di genere,  i pericoli del web, la lotta al bullismo, non banalmente. Ho fatto anche una ricerca su Alzati e ho scoperto che in questo libro ha fatto riferimento ad una frase di Martin Luther King (che è un mio idolo) . La frase è: “Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò, andò ad aprire e vide che non c’era nessuno.” È una frase breve, ma che secondo me ha un significato profondo: la paura va affrontata con coraggio. Spero che l’autore continui questo libro, che in seguito mi piacerebbe molto leggere, spero anche di poterlo incontrare e magari di fargli qualche domanda al riguardo.”                                                                                                           
                                                                                                                                    Giulia Pozzi

 

6.    “Le prime pagine mi sono piaciute perché, quando le ho lette, sembrava
che io fossi la protagonista; soprattutto mi è piaciuto come lo
scrittore ha usato le varie metafore come ad esempio : " Si sedette
sulla vecchia sedia di legno come fosse sul trono di un antico reame".
Comunque leggere la prima parte di “Welcome to insomnia” è stato piacevole  perché la trama era inquietante,
timorosa, preoccupante e fantastica.
Sinceramente l'horror non è che mi piaccia molto, però queste ventun pagine
mi hanno colpito tanto e non sono poi così paurose.”                                   
                                                                                                                               Anastasia Shmelska

 

7.    “L’opportunità di poter leggere l’introduzione di questo libro, mi è piaciuta molto, ma l’horror non è molto il mio genere… non mi dice nulla, a volte mi chiedo anche che cosa passi per la testa a quelli che scrivono  pagine e pagine su storie inquietanti, paurose e fredde. Come storia, però, era anche carina, mi è piaciuta particolarmente l’idea del professore fantasma, peccato che quelle pagine le abbia lette una sera, così che quando spegnevo la luce e sentivo strani rumori la riaccendevo; sono andata avanti così, ma dopo la terza volta che ho spento la luce e ho sentito dei rumori ho pensato: “Però, mi prendono in giro, eh!!” Allora ho spento la luce e, stringendo i pugni, mi sono addormentata. Sì, non faceva molta paura in realtà, ma di sera tutto sembra più strano… e poi era un po’ inquietante, l’aria fredda, le teste del teschio… boh, fatto sta che non mi ha convinto molto, per un motivo o l’altro, no, non lo rileggerei.

Mi spiace di questo commento un po’ negativo, la ringrazio comunque per la sua attenzione…”

                                                                                                                            Marta  Fumagalli

 

8.    “Le ventun pagine del racconto di  Alzati mi sono piaciute molto per il suo stile e per il racconto in sé. Il libro parla delle paure del buio e della notte  e anche della paura  della diversità. Mi  ha colpito anche perché a me piacciono i fantasmi e queste pagine le ho lette  molto volentieri.” 

         Elisa Frigerio

 

9.    “In queste pagine si parla di due storie completamente diverse, però simili tra di loro perchè hanno  in comune il thriller. Se devo dirle la verità quella che mi è piaciuta di più è stata la prima  perchè mi ha fatto capire che strafare non serve a niente, anzi ti procura delle brutte sensazioni  e poi  perchè, secondo i miei gusti, è più "spaventosa". Leggendo il primo racconto mi sono immedesimata nel personaggio, mentre nel secondo ho fatto un po' più di fatica. Di questo  mi è piaciuta soprattutto la parte in cui la ragazza, Emma, si ricorda delle cose che faceva prima di andare a letto e anche cosa faceva con il suo gatto Birba. Tantissimi complimenti allo scrittore perchè usa un linguaggio semplice e comprensibile. Mi piacerebbe tantissimo incontrarlo.”                                                                                                                                                 Giorgia Villa

 

10.  “Queste ventun pagine tratte dal libro "Welcome to insomnia" sono molto ansiose e se avessi continuato a leggere il libro avrei avuto anch'io gli incubi come Emma. Tutte le cose narrate mi sono sembrate intensamente inquietanti, strane e soprannaturali. Inoltre l'autore ha ripreso due mie paure: quella dei clown e quella dei peluches o delle bambole che ti guardano in modo inquietante. Nonostante questo le pagine sono molto belle e ben strutturate. Non so se questo libro sia stato scritto per far riflettere sull'esistenza dei fantasmi o semplicemente per raccontare una storia dell'orrore. Io, sinceramente, da piccolo avevo paura dei fantasmi infatti quando mi mettevo nel letto la prima cosa che facevo era nascondermi sotto le coperte sperando di non imbattermi mai in uno di loro nei miei sogni durante la notte. Un altro mio timore è guardare a lungo i quadri con figure di persone e avere l'impressione che muovino gli occhi.”

                                                                                                                         Alessandro Panzeri

                                                                                                                           

11.   “Come inizio è molto stravagante: la riflessione sui fantasmi non me la sarei aspettata.

Questa mi ha fatto pensare ad alcune persone della nostra età, quelle più timide, riservate, quei ragazzi o ragazze che vengono presi o prese in giro per il semplice fatto che non sono alla moda, che vorrebbero essere come gli altri, ma c’è qualcosa che glielo impedisce.

Io ho sempre creduto nei fantasmi: spesso da piccola mi divertivo a far finta di essere in un film e che i miei migliori amici erano due simpatici fantasmi, uno cicciottello e l’altro molto vivace, e giocavo con loro tutto il giorno, forse perché mi sentivo come loro, come un fantasma, invisibile agli occhi degli altri.

I miei genitori, mio fratello e i miei amici mi ritenevano un po’ pazza, come se non avessero mai visto una bambina di cinque anni, con molta fantasia, parlare da sola, o meglio, con i suoi due migliori amici immaginari.

E ora che ci penso, forse un po’ pazza lo ero davvero, ma adoravo il modo in cui mi inventavo i giochi più strani che potessero esistere. Il resto delle pagine mi ha emozionata molto, soprattutto il fatto che, prima di Stranaluna, i molti supplenti arrivati in 3^ B si sono arresi al caso disperato di una classe, un po’ come la mia, ricca di alunni disperati e isterici.

L’emozione che ho sentito di più è stata la paura.

Mi ha messo molta paura la parte in cui Emma parlava dei suoi incubi: ricordo che, come lei, avevo anch’ io spesso degli incubi e non dormivo finché mio fratello, che era in stanza con me, non veniva a dormire, solo a quel punto mi addormentavo incosciente di quello che sarebbe accaduto dopo, forse nella realtà, o forse solo nella mia mente. Sinceramente anche io mi sono ormai scordata tutti quanti gli incubi, che ora non invadono più la mia mente, ma dopo le parole di Emma ho iniziato anche io ad avere i brividi lungo la schiena. Odiavo quando mi svegliavo di soprassalto, dal nulla, per la paura, perché sapevo che poi non avrei più ritrovato il sonno e passavo metà della notte sdraiata sul letto, sotto le coperte che pensavo mi proteggessero da tutte quelle sagome che fluttuavano nel buio, a girarmi i pollici, dando, ogni tanto, qualche occhiata all’oscurità, aspettando con ansia il mattino, la luce, la fine del buio.

Penso proprio di voler leggere tutto il libro perché mi ispira molto già dalle prime pagine.”

                                                                                                                          Martina Sangalli

 

12.  “Sono 21 pagine veramente ricche di aggettivi. A me sono piaciute molto e penso che forse prenderò anche il libro intero per leggerlo.

Mi sono piaciute le descrizioni, le ambientazioni e soprattutto mi ha colpito perché è un racconto horror.

Bella la prima parte che parla di un quindicenne che va a una festa in discoteca e beve qualcosa, perché convinto da un suo amico. Subito dopo ha le allucinazioni, poi sognava creature che lo spiavano da dietro degli alberi e continuò ad averle in mente fin quando non svenne.

La seconda parte parla, invece, di un nuovo strano insegnante che fa delle strane domande sulla paura del buio. Emma, una ragazza della loro classe, si distinse dagli altri dicendo di non aver paura del buio, ma poi la notte sognò molti incubi. Non vedo l'ora di leggere tutta la continuazione del libro.
                                                                                                                           Denis Cazzanescu

 

13.  “Queste pagine mi sono piaciute e non. Non mi sono piaciute perché l’autore dal 2006  passa subito al 2016 senza raccontare i fatti successi nell’arco di dieci anni. Ciò che mi è piaciuto è il fatto che  questo professore nuovo riesce a gestire una classe molto, ma molto “casinista”, aiutato  solo da un vecchio giradischi e un vinile di canzoni rock. L’altra cosa che non mi è piaciuta è quando cambia velocemente il personaggio passando da un professore    alla ragazza modello della classe. Avrei tanto voluto scoprire  il finale… ma dovrò aspettare di acquistare il libro.”                                                                                                                         
                                                                                                                                        Marco Morati

 

14.  Le pagine mi sono piaciute molto anche se ogni parola che leggevo faceva paura. soprattutto quando Emma raccontava il suo sogno. Prof. ssa farci leggere queste pagine è stata un’ottima idea. Faccia i complimenti allo scrittore Alzati.”                                               Federico Giacalone

 

15.  Cara Prof.ssa Magni, oramai  è da un paio di giorni che ho finito di leggere, con gusto, le prime pagine che mi ha inviato. Che dire: sono fantastiche! MI piace molto il fatto che l'autore usi un linguaggio molto giovanile, e per questo si fa capire alla grande. La storia è molto interessante, essendo un thriller ogni minimo fatto ti fa venire voglia di continuare la storia tutto d'un fiato. Appena finito di leggere ho esclamato: "Cosa?! Voglio sapere che cosa succede!" Aspetto con ansia l'uscita del libro per poterlo andare a comprare e sapere il finale della storia che, ripeto, mi è piaciuta tantissimo. Spero sia d'accordo con la mia ,anche se breve, riflessione, ma ora devo scappare perché sono in ritardo. “

                                                                                                                              Gloria Fornoni  

16.  Secondo me questo libro è molto bello, perché è ambientato a Consonno in un paese abbandonato che si trova vicino a no. A me non piacciono i libri di genere horror, ma questo mentre lo leggevo mi entusiasmava sempre di più per due motivi: il primo riguarda lo stile della scrittura, molto bella per i ragazzi e con termini a noi congeniali, mentre il secondo riguarda il fatto che è  tratto da una storia un po’ vera perché si dice che a Consonno ci siano i mostri, infatti viene anche chiamata la città fantasma”.                                          
                                                                                                                             Alessandro Fumagalli

 

17.  Le prime venti pagine che ho letto del romanzo “Welcome to insomnia” mi hanno incuriosita e convinta che il libro potesse essere interessante tanto che l’ho comprato. Inoltre il fatto che sia scritto da una persona che insegna lettere in una scuola di ordine uguale alla mia me lo rende ancora più accattivante. Nelle prime pagine, l’autore, spiega chi sono per lui gli adolescenti; li paragona a fantasmi un po’ impertinenti  e incompresi che hanno  bisogno di  qualcuno che li ascolti e si accorga che esistano: proprio come gli adolescenti che in seguito sono i protagonisti del racconto. Questa introduzione ha reso seducente il libro e mi ha invogliata  alla lettura. E’ ambientato in una classe terza e si parla di ragazzi che hanno e che devono affrontare le prime scelte, i primi dubbi e le paure come  quella dell’ignoto, della solitudine e della diversità. Lo faranno grazie a questo nuovo professore che li coinvolgerà in lezioni non più noiose ma interessanti  e curiose …”                                                                                         
                                                                                                                                           Vittoria Brivio




gianlucaalzatiinsomnia Web Developer

sabato 17 dicembre 2016

Quando Banksy mi ha suggerito la copertina



Volete sapere quando ho conosciuto lo Street artist più famoso e controverso del mondo? Beh, allora state a sentire. Come sa ci insegna messier de La Palice, quando si scrive un libro la copertina è un aspetto di fondamentale importanza. È il biglietto da visita, la prima cosa che ti colpisce quando gironzoli curiosando in libreria in cerca di qualcosa che accenda la tua immaginazione. Una copertina ti può convincere a comprare un libro di un autore sconosciuto, oppure respingerti lontano da un titolo che sembrava interessante. Non ci sono dubbi: la copertina in un libro, soprattutto se si tratta di horror, è fondamentale, non si può sbagliarla.  Nel caso di “Welcome to Insomnia”, la genesi della copertina è stata molto intensa e appassionante. La mia prima immagine alla quale mi sono ispirato è questa che vedete qui sotto:

 

Si tratta di una foto che ritrae un graffito dipinto su un muro di Consonno, nota città fantasma dove è stato girato il video della colonna sonora del libro. A settembre ero assolutamente convinto che questa sarebbe stata l’immagine giusta per il mio nuovo romanzo. C’era il teschio, c’era il mistero, c’erano colori che mi piacevano e aveva un impatto molto, molto ammiccante: a quale quattordicenne non sarebbe piaciuta una felpa con cappuccio con questa immagine stampata? A questo punto vado da Sara, la mia grafica preferita, oltre che la cugina che coccolavo quando era piccola e che, in questi ultimi anni,   mi ha fatto il regalo di  progettare due bellissimi lavori: il cd “Normalmente diversi” e prima ancora, il libro+cd “Sotto il cielo in Brianza”. Appena Sara ha visto l’immagine che avevo scelto mi ha guardato e mi ha detto: “Bella, ma… sei sicuro che vuoi proprio questa? Non è un po’…scontata per un libro horror?” Potete ben capire che in quel momento è stato come se si fosse improvvisamente spalancata la finestra e il castello di carte che pazientemente per mesi  e mesi avevo costruito fosse crollato miseramente sul tavolo: tutto da rifare! Ma quando un’artista della grafica ti dice che c’è qualcosa che non va, non si può non ascoltarla. E ora da dove la prendo una nuova idea? In realtà un insistente tarlo da tempo rosicchiava la mia mente: nel retro di copertina mi sarebbe piaciuto mettere una mia foto, nei panni dell’alter ego Marcus Stranaluna, girato di spalle, come nell’atto di andarsene, non prima di avere lanciato un ultimo misterioso sguardo sul lettore. L’avevo pensata come quarta di copertina, come metaforico saluto alla fine della lettura. A questo punto arriva un’altra doccia fredda emozionale, Sara mi dice a bruciapelo: “Bella l’idea, ma perché non la mettiamo in copertina?” Dovete sapere che gli scrittori sono un tantino rigidi nelle loro posizioni e contraddirli nelle loro convinzioni, ancorché sbagliate, è assolutamente sconsigliabile, soprattutto se il tempo stringe e il libro sta per andare in stampa. Immaginatevi dunque la mia faccia in quel momento. Ma anche questa volta Sara aveva ragione: la mia foto in copertina avrebbe dato un maggiore equilibrio al titolo sul muro scrostato e inquietante al quale stavamo pensando. Eccomi in posa per la foto  nel mio cortile mentre i vicini di casa che passavano si chiedevano cosa facevo con il mano il basso, arrampicato sul gradino.
 

 Ma come trasformare la mia immagine, in modo credibile  ancorché metaforico, in un… fantasma? Ovvero nel mitico professore e musicista Marcus Stranaluna? A questo punto interviene il tocco dell’artista. È stato infatti il più fantasmatico e misterioso degli artisti contemporanei a darci l’idea geniale: Banksy!  Beh, devo dire la verità, non proprio lui in persona, anche perché di persona nessuno lo ha mai visto, o meglio, nessuno ha mai documentato un incontro. Il merito è di un bellissimo libro fotografico  con le sue opere più famose che in quei giorni avevo sfogliato con curiosità e mi aveva colpito particolarmente. Le opere dell’artista di Bristol sono infatti altamente metaforiche, libertarie, provocatorie, delle proteste sociali gridate attraverso i muri. Ma soprattutto le sue immagini sono dannatamente iconiche e pop, proprio quello che stavamo cercando, così abbiamo deciso: la mia foto sarebbe diventata uno stencil, proprio come quelli che, in questi anni,  nottetempo sono apparsi sui muri di Londra e New York, prima di essere prontamente cancellate dalle autorità.
 

 
 Ora si trattava di trovare l’immagine giusta, il muro perfetto, la posizione migliore: qui sotto vedete alcune delle bozze che hanno preceduto l'immagine definitiva.

 

Alla fine, in un pomeriggio di sole di metà ottobre, con la pressione di dover consegnare in tempo il progetto alla tipografia per uscire prima di Helloween, arriva  la copertina definitiva, quella geniale, quella con la strana prospettiva ed il muro ad angolo che viene sfondato metaforicamente dall’immagine che si trova al confine tra due mondi, che sta per effettuare il passaggio ma si sofferma sulla soglia, che getta uno sguardo sul lettore, che è nello stesso tempo un invito, ma anche un avvertimento: Welcome to Insomnia, stiamo aspettando te. Grazie Banksy e soprattutto, grazie Sara, credo che questa copertina sia un piccolo, grande capolavoro, ed è tutta merito tuo.
 
gianlucaalzatiinsomnia Web Developer

sabato 10 dicembre 2016

Le due mamme di Emma e altre storie di outsider


In un romanzo horror si può parlare di temi complessi e discussi come famiglie arcobaleno, bullismo, legalità e pericoli del web? Leggete la recensione della rivista Pedagogika di dicembre e poi scrivetemi il vostro autorevole parere :)

Qualche tempo fa vi ho suggerito di non fermarvi mai all'apparenza e di non giudicare mai un libro dalla copertina... Beh! In questo caso fatelo!

Geniale la copertina, geniale il libro e, consentitemi di dire, geniale l'autore.

La copertina sembra la locandina di un film horror famoso, il libro è Welcome to Insomnia, e l'autore è Gianluca Alzati, insegnante di Lettere nella Scuola Secondaria di primo grado, musicista e cantautore.

Già con il libro Piccola staffetta, lo scorso anno, aveva dimostrato di essere in grado di parlare ai ragazzi di temi importanti come quello della Resistenza con uno stile accattivante e curioso. Quest'anno con Welcome to Insomnia non si smentisce, anzi. Il libro si presenta quasi unico nel suo genere: un racconto di paura, un horror misto a un romanzo di formazione che riesce senza mai essere forzato e senza risultare pesante a trattare tematiche educative e sociali pregnanti.

La vicenda, infatti, si snoda portando alla luce problematiche e riflessioni su bullismo, cyberbullismo, legalità,  questioni di genere, famiglie arcobaleno, dispersione scolastica, classi difficili e pericoli di internet.

La storia è davvero sorprendente: accadimenti in tempi diversi, personaggi e storie personali si intrecciano, costantemente avvolte da un alone di mistero che solo alla fine viene svelato e fa comprendere al lettore gli avvenimenti e le loro cause.

Il tutto a partire da una situazione che potremmo definire “più che normale”: una classe di terza media “vivace” in cui arriva il nuovo supplente di letteratura.

Ma il prof. Marcus Stranaluna è tutt'altro che normale; anzi, è parecchio strano, a tratti inquietante, amante della musica hard rock, con un aspetto fuori dal comune e un abbigliamento altrettanto eccentrico. Eppure con tutte queste sue particolarità riesce fin da subito a catturare l’attenzione e l’entusiasmo degli alunni.

In particolare di quattro di loro, che sono i protagonisti attorno ai quali si snoda la vicenda, tutti molto diversi tra loro con una sola cosa in comune: essere dei veri outsider.

Emma, due bellissimi occhi verdi e dei lunghi riccioli rossi. Amata moltissimo dalle sue due mamme, non ha mai conosciuto suo padre e di lui non sa nulla. Un mistero a cui si aggiunge lo strano fatto che fin da piccola è perseguitata da incomprensibili incubi.

Mara, una giovane ribelle un po’ dark, figlia di un papà single alle prese con problemi di lavoro che cerca di mantenere lei e il fratellino. È un’amante dei fantasmi e delle chat, soprattutto di quella che intrattiene con uno strano tipo di nome Ghost.

Giovanni è il classico paffutello vittima prediletta dei bulli della scuola, intimidito, insicuro e terrorizzato anche solo dall’idea di andare in bagno.

E poi c’è Amin un ragazzino immigrato di quelli che certa gente definirebbe “difficile” e strafottente che vive in una comunità per minori e cerca di rigare dritto anche se con molta fatica.

Con l’arrivo del nuovo supplente e delle sue lezioni del tutto fuori dal comune, i ragazzi cominciano a interrogarsi su che cosa sia la paura, su quali siano le loro paure e su come superarle, creando legami forti, aiutandosi l’un l’altro e imparando ad affrontare e a conoscere sé stessi e gli altri.

Certo è che la gita che il professor Stranaluna ha in programma per loro con destinazione Insomnia, famosa città fantasma, parco giochi ormai in abbandonato e decandente, rischierà di metterli in serio pericolo.

Non sarà che i fantasmi esistono davvero?

E allora “se quando chiuderai il libro e lo appoggerai sul comodino… ti sembrerà di sentire qualcuno sotto il letto che sta per allungare un artiglio, quando vedrai un’ombra passare fugace davanti allo specchio… non urlare la tua paura nel cuore della notte, e soprattutto, non dire che non ti avevo avvertito: Welcome to Insomnia, stiamo aspettando te!”.

Dott.ssa Serena Bignamini

Pedagogika, dicembre 2016

gianlucaalzatiinsomnia Web Developer