domenica 26 marzo 2017

Girls got the power: le ballerine di Welcome to Insomnia



1.       Ci dite brevemente chi siete e come mai siete state chiamate a partecipare al video di “Welcome to Insomnia”?
 Sono Valentina, ho 18 anni e sono una studentessa del liceo linguistico A. Greppi. Ho partecipato al video “Welcome to Insomnia” grazie alla proposta del professor Alzati del quale ho fatto conoscenza alla scuola secondaria di primo grado E. Fermi di Cassago Brianza. Facevo parte del corpo di ballo della scuola, ideato da un gruppetto di tre ragazze, me compresa.  Mi chiamo Viola, ho 14 anni e sono la sorella di Valentina. Ho partecipato al video del professor Alzati poiché anche io facevo parte del corpo di ballo della scuola. Sono Caterina e ho 14 anni. Ero in classe con Viola e insieme abbiamo preso parte al corpo di ballo della scuola.

2.       Come è nata l’idea della coreografia del riff della canzone? A cosa vi siete ispirate?
-          (Valentina) La coreografia è stata principalmente creata da me con l’aiuto di Viola perché Caterina non frequenta corsi di ballo. Tuttavia è stata molto d’aiuto giudicando la coreografia dal punto di vista di uno spettatore. La coreografia è nata ascoltando il ritmo del riff e abbiamo cercato di ispirarci al testo della canzone. Per questo motivo molti dei passi sono “secchi” e non fluidi.
-          (Viola) Ho aiutato Valentina nella creazione della coreografia. Principalmente ho cercato di aiutarla con la così detta “pulizia”, ovvero cercavo di correggere i passi che venivano male e ne proponevo di nuovi per migliorare il pezzo
-          (Caterina) Non essendo una “vera” ballerina ho cercato di aiutare le mie compagne da un punto di vista esterno. Riferivo, quindi, quando un passo mi sembrava sgraziato o poco bello in quanto spettatrice.

3.       Come è stato ballare nella città di Insomnia (Consonno) indossando le maschere da fantasmi?
-          (Valentina) L’atmosfera era davvero suggestiva. La canzone e le maschere da fantasmi erano elementi che si addicevano perfettamente al luogo abbandonato
-          (Viola) è stata un’esperienza nuova e diversa. Il luogo lugubre era perfetto per il tema della canzone
-          (Caterina) mi è piaciuta particolarmente l’atmosfera cupa della città che si abbinava perfettamente con la canzone

4.       Alcuni esperti hanno fatto notare che è strano accostare un video rock horror  classico con una coreografia fatta da ragazze molto giovani, voi cosa ne pensate?
-          (Valentina) Penso che i giovani siano il futuro, in qualsiasi ambito della vita. Quindi perché no? Un po’ di gioventù non guasta mai!
-          (Viola) I ragazzi hanno bisogno di nuove esperienze e questo è un esempio perfetto. Perché toglierci la possibilità di compiere nuove avventure?  
-          (Caterina) è stata un’esperienza magnifica, i ragazzi hanno il diritto di avere possibilità diverse come questa.

5.       Cosa ne pensate del romanzo “Welcome to Insomnia”? Avete trovato affinità con qualcuno dei protagonisti  o dei temi trattati?
-          (Valentina, Viola, Caterina) Abbiamo letto il libro insieme un pomeriggio per poter trovare ispirazione per la coreografia. È un romanzo che rappresenta la vita di un gruppo di adolescenti che superando momenti difficili stanno crescendo. Ecco perché da adolescenti, ragazze così giovani, che rappresentano in qualche modo quel gruppo, eravamo adatte a rappresentare la canzone e il romanzo. Ci siamo immedesimate in particolare con la figura di Emma perché rappresenta colei che riesce a tenere unito il gruppo. 

Grazie ragazze, penso anch'io che sia stato molto interessante il vostro approccio alla canzone e che abbia contestualizzato il romanzo che è rivolto ai giovani (dai 9 ai 99 anni!). Complimenti e grazie anche per le vostre parole decise e determinate: Department of Youth: you've got the power! (Alice Cooper)
                                                                                                                                   Gianluca Alzati
gianlucaalzatiinsomnia Web Developer

sabato 18 marzo 2017

I protagonisti: ciao, grande Gio!



 
Anche Giovanni quella sera era alle prese con il compito di italiano. Lui di paure non aveva che l'imbarazzo della scelta e non erano certo quelle dei fantasmi. Giovanni era il classico ragazzo sovrappeso, come ce ne sono tanti a quell'età in cui non sei né carne né pesce. Lui però di carne e, soprattutto di adipe, ne aveva accumulato in abbondanza tanto che il suo soprannome era Piggy e a lui certo non faceva piacere.” (…)

“Era un grande esperto di rocce e in particolar modo di fossili.” (…)

“I suoi pezzi più pregiati erano due: la prima era una felce databile circa 200 milioni di anni della quale si vedevano ancora nitide le impronte delle piccole foglioline sull’esile fusto che le sosteneva. L’avevano trovata scavando in una cava ancora in attività, muovendosi pericolosamente tra cariche di dinamite ancora inesplose e dopo aver scavalcato faticosamente la recinzione rischiato di rimanere incastrato come un mosca nella tela del ragno. L’altro cimelio era un pesce. Il suo primo pescetto, come diceva lui. Un esemplare bellissimo perché si era fossilizzata anche la lisca, le pinne caudali e addirittura l’occhio. A quella testimonianza della vita nella preistoria, eternata su una sottile e delicata lastrina di calcare chiaro, era particolarmente affezionato e diceva che la avrebbe regalata solo se avesse incontrato una persona veramente speciale che l’avrebbe apprezzata.” (tratto da “Welcome to Insomnia” Teka edizioni 2016)

Per tratteggiare il personaggio di Giovanni mi sono ispirato alla figura di un mio grande amico: Giovanni Landra. Grande in tutti i sensi, sia per il suo fisico importante, sia per l’affetto che provo per lui. Il Gio, come lo si chiamava abitualmente, era in origine un amico di mia moglie, conosciuto in università e davvero cultore di grandi passioni come quella per i fossili e per la geologia che poi sarebbe diventata il suo lavoro. Qui si fermano i riferimenti biografici al personaggio del romanzo, nel senso che tutta la questione degli atti di bullismo subiti, del suo rapporto con il cibo e di come ha vissuto la sua adolescenza, sono stati da me inventati di sana pianta. Anche perché io a quell’epoca della sua vita, neppure sapevo che esistesse. Semplicemente, come spesso accade agli scrittori, si riesce meglio a raccontare qualcosa o qualcuno che si conosce, dunque, avendo bisogno di un ragazzino con quelle caratteristiche per parlare del problema dei rapporti difficili che spesso in età adolescenziale si hanno con il proprio fisico che cambia, mi è sembrato naturale ispirarmi alla figura del Gio, il mio gigante buono preferito.
 
 
Per me Giovanni in questi anni è stato sinonimo di avventura: con lui siamo davvero andati alla ricerca di fossili in luoghi impervi e proibiti come la cava di Suello, ma anche ad ammirare suggestive collezioni in Svizzera al Museo di Meride e in cento altri luoghi affascinanti che conosceva solo lui. Ti veniva a prendere, ti caricava nella sua macchina-carapace e via che si partiva per un nuovo viaggio che non avremmo più dimenticato. Con Giovanni si poteva parlare in modo approfondito di tantissimi argomenti: di cinema ( Gio, chissà cosa pensi dell’ultimo episodio de “Lo hobbit”) di musica (e chissà cosa mi avresti detto del video di Welcome to Insomnia, ricordi, ci avevi portato proprio tu per la prima volta a visitare Consonno!) di libri e di fumetti, magari davanti ad un buon bicchiere di birra artigianale. Era un piacere conversare con lui, non ti accorgevi che il tempo passava e i dieci minuti diventavano ore. In politica avevamo idee diverse, ma questo non ti impediva, caro Gio, di leggere i miei libri sui partigiani e perfino venire alla festa dell’ANPI per sentirmi suonare! Sai perché? Perché eri una mente libera, ironica, a volte caustica e apparentemente burbera: una grande persona. Sicuramente vi sarete chiesti perché spesso, parlando del Gio, ho usato i tempi del passato. È solo perché il grande Gio, da ormai due anni, ci ha lasciato. Il suo cuore troppo grande ha smesso improvvisamente di battere in una fredda giornata di inizio gennaio. Il giorno prima sei venuto a trovarci, ci eravamo scambiati in ritardo i regali di Natale, sei stato con noi tutto il pomeriggio, poi ci siamo salutati dandoci appuntamento a presto. Se lo avessimo saputo non ti avremmo lasciato andare via, ti avremmo abbracciato più forte e ti avremmo chiesto di raccontarci un’altra delle tue bellissime storie. Ogni volta che guardo il tuo “primo pescetto” nella vetrinetta sono fiero di averti conosciuto e penso che non ringrazierò mai abbastanza Raffaella per averci fatti incontrare. Ciao Gio: perdonami se ti ho simpaticamente evocato in questa piccola storia di fantasmi, ma avevo bisogno di sentirti ancora una volta vicino.
Gianluca
gianlucaalzatiinsomnia Web Developer

sabato 11 marzo 2017

I protagonisti: intervista alla "Emma" del video!




"Emma era rispettata, forse perché così diversa, riflessiva e pacata: una vecchia saggia nel corpo di una ragazzina con lunghi riccioli rossi e occhi verdi!"
 
Ciao Debora, cosa hai pensato quando Gianluca Alzati si è presentato a casa tua nei panni di Marcus Stranaluna?

 Quando ho visto Gianluca per la prima volta devo ammettere che un po’ mi inquietava! Si è presentato con vestiti scuri, occhiali con teschi e solo poco dopo ho notato che aveva un teschio anche in mano.  Allo stesso tempo, però,  era un personaggio che mi incuriosiva, non vedevo l’ora di scoprire che cosa avrei dovuto fare.


Come è stato interpretare nel video la parte di un personaggio di un romanzo?

È stata una bellissima esperienza, mi sono sentita parte di una storia e proprio per questo ho cercato di impegnarmi al massimo per immedesimarmi nel personaggio che dovevo rappresentare. Avere come set Consonno, città fantasma,  e come sottofondo musicale la canzone di Gianluca, mi è stato molto utile, mi sembrava di essere proiettata in un altro mondo.
 
      Al di là delle caratteristiche fisiche, trovi di avere qualcosa in comune con Emma o con qualcuno  dei personaggi del libro?

 Sì penso di essere in parte simile a Emma. Oltre all’aspetto fisico, sento di essere anch’io piuttosto introversa e riflessiva, tendo a tenermi alcune cose per me, a non dire sempre tutto ciò che mi passa per la testa. Anche nel modo di affrontare le paure mi sento vicina alla protagonista: mi spaventano e a volte mi bloccano ma proprio per questo sento di dover trovare la forza di abbatterle, affrontando i miei “fantasmi”.

 


Mattia Conti, il regista, è tuo fratello, com’è stato essere diretta da lui?

 Mattia mi ha già diretta in altri lavori ma è sempre strano averlo come regista. Sul set ha le idee ben chiare e anche se sono sua sorella non mi fa “sconti”, se una scena dev’essere girata in un certo modo e c’è qualcosa che non va, me la fa rifare fino a quando è perfetta. Il vantaggio è che, conoscendolo bene, spesso capisco al volo che cosa ha in mente e mi riesce più facile svolgere la scena così come lui l’ha pensata. In generale però, quello che mi piace dell’essere diretta da lui, è che riesce sempre a metterti a tuo agio e a farti capire concretamente cosa vuole da te e da quella scena, aiutandoti ad entrare perfettamente nel personaggio. A volte penso che abbia davvero una pazienza infinita.
 
 
     Sappiamo che hai già recitato in altri film, qual è stato quello che ti ha dato più soddisfazioni?

 Sì, ho recitato in diversi lavori indipendenti e posso dire che ognuno, una volta terminato e rivisto, porta delle soddisfazioni. Quello a cui sono più affezionata è sicuramente “Lucida e Spara”, un lungometraggio che ho fatto con Mattia e altri ragazzi. È stata la mia prima esperienza nella recitazione e con un ruolo da protagonista. Inoltre è stato anche il primo film che abbiamo presentato in diversi comuni ed è stato bello vedere l’interesse di così tanta gente intorno al nostro lavoro. Il cortometraggio che mi ha dato invece più soddisfazioni è “App’Love”, una produzione internazionale in collaborazione con dei videomaker polacchi diretti dal maestro Jerzy Zieliński. Il corto ha rappresentato la Polonia a Expo 2015 ed è stato poi proiettato nel padiglione polacco durante Expo.
 
Cosa pensi della canzone “Welcome to Insomnia”? è un genere che ascolti abitualmente?

 Non è un genere che ascolto spesso, ma devo dire che mi è piaciuta fin dal primo momento in cui Gianluca me l’ha fatta ascoltare. Mi piace sia il testo che l’arrangiamento e in più è una canzone che  non si scorda facilmente, la prima volta che l’ho sentita mi è rimasta in testa per giorni! E’ una cosa assolutamente positiva, secondo me è una canzone tutt’altro che scontata o anonima, non riprende melodie già sentite e ripetute, è davvero un buon lavoro.
 
Ultima domanda: il tuo trucco da “fantasma” è molto inquietante, come ti è venuta l’idea e chi lo ha realizzato?

Nel video c’era bisogno di un momento ancora più horror, per questo mi sono messa a cercare  tutorial che mi aiutassero a diventare un vero e proprio fantasma. Appena ho finito, allo specchio non mi riconoscevo. Spero di aver ottenuto l’effetto voluto.
Grazie Debora Conti, direi che ci sei riuscita perfettamente, parola di spettro ;)
 
 
gianlucaalzatiinsomnia Web Developer

martedì 7 marzo 2017

Ghost Remix Welcome to Insomnia



E così siamo arrivati al 7 marzo, data fatidica per chi ha letto o leggerà il romanzo. In realtà è solo, molto prosaicamente, la data del mio compleanno, ma nel libro è legata ad una maledizione e a una serie di fatti tragici e misteriosi che,  non per pura coincidenza, sono legati insieme e si risolveranno in modo rocambolesco ed inaspettato solo alla fine e, forse, neanche del tutto lì.

 Per festeggiare degnamente con voi che in questi mesi per centinaia di contatti, mi avete seguito su questo blog, motivandomi ad andare avanti con la vostra silenziosa, ma costante presenza (da un minimo di 50 lettori a post ad un picco di 170) ho pensato di ritardare il classico articolo del week end e pubblicarlo oggi con un piccolo, ma per me significativo regalo a tutti voi che avete sostenuto questo strano progetto di libro che parla di paure ma anche di famiglie arcobaleno, di bullismo, di legalità e di pericoli del web. Per ringraziare anche coloro che hanno visualizzato quasi duemila volte il video su you tube!

Ho  scelto dunque questa giornata fatidica (pensate che 47 anni fa, quando io nacqui, nevicava…) per pubblicare il remix della colonna sonora del romanzo, l’omonima “Welcome to Insomnia” che anche in questa versione non abbandona le sonorità del rock, ma diventa, citando il suoi autore, il mitico DJ Davie Terry: “La mia idea, cattiva, abbastanza tamarra e oserei dire un po' borderline come genere, perché incorpora elementi tipicamente progressive house per poi rallentare in un break che strizza l'occhio alle tendenze del momento come Trap e Future Bass, mantenendo però sempre il vibe dark della traccia originale.”



Grazie di cuore Davide! Io amo tantissimo questa versione “Gothic-dance” della canzone, voi cosa ne pensate?

Grazie ancora a tutti e ricordatevi…ci vuole coraggio ad avere paura!
gianlucaalzatiinsomnia Web Developer