Uno dei personaggi più
interessanti della storia della letteratura dell'orrore è sicuramente il
cosiddetto mostro di Frankenstein, ovvero la creatura a cui il dottor Victor
Frankenstein ridà vita attraverso uno stupefacente esperimento scientifico. Da
questo romanzo, scritto dalla giovanissima scrittrice inglese Mary
Shelley, con il titolo completo di "Frankenstein,
o il Prometeo moderno" è nato uno degli archetipi della
paura contemporanea, quello del potere della scienza e della capacità
umana di andare oltre ai limiti della natura. Da qui numerosi adattamenti prima
teatrali poi cinematografici: come dimenticare l'omonimo film del 1931 di
James Whale interpretato da Boris
Karloff al quale erano necessarie tre ore e mezzo di make up per
trasformarsi nella maschera del mostro, per passare poi alla
bellissima parodia di Mel Brooks del 1974, "Frankenstein
junior" della famosissima battuta "Lupo
ululà, castello ululì",
fino al più recente "Frankenstein di Mary Shelley"
di Kenneth Branagh del 1994, con un inquietante Robert De Niro nei panni della
creatura? E fino a qui niente di nuovo, ma forse non tutti sapete che la
diciannovenne Mary scrisse le prime pagine del manoscritto del famoso romanzo,
esattamente 200 anni fa, nell'estate del 1816, a Ginevra, in una
bellissima villa con vista lago, ospite, insieme al marito Percy Shelley, del
comune amico, l'affascinante poeta maledetto Lord Byron. Fu in una della
tante serate piovose di quell'estate ginevrina che Byron, per scacciare la noia, decise di
proporre una singolare sfida ai suoi numerosi ospiti: chi avrebbe saputo
scrivere la storia più spaventosa? La storia che non avrebbe fatto dormire
quella notte, mentre le finestre di Villa Diodati tintinnavano al suo
della pioggia battente? L'avventuroso Byron, che morirà in Grecia pochi
anni dopo combattendo per la libertà di questo popolo, non sapeva che,
proprio quella notte sarebbe nato anche un altro piccolo capolavoro
horror, quel "Il vampiro" racconto scritto
dal suo medico e segretario John Polidori, che avrebbe di lì a pochi anni fatto
nascere il mito del conte Dracula. Quest'estate io stavo
proprio scrivendo il mio "Welcome to Insomnia"
e, conosciuta la storia, non ho esitato un momento: bisognava partire,
alla ricerca delle atmosfere che avevano ispirato questa storia archetipica.
Detto fatto a metà agosto sono a Ginevra a seguire le tracce della
creatura. Per prima cosa ho scoperto che nelle strade della città c'è una
bellissima statua di bronzo, alta più di due metri, realizzata
da un gruppo di giovani artisti ginevrini, detto Klat, nel 2014,
situata nel parco di Plainpalais che, se riuscite e non farvi travolgere dagli
skaters scatenati, è adattissima per i "selfie con il mostro"(ma chi
è più mostro dei due?).
E Villa Diodati? Questa suggestiva dimora,
con una bellissima vista sul lago, si trova poco fuori Ginevra, nel ridente
borgo di Cologny. Io ci sono andato in bici, era a circa un quarto d'ora di
bicicletta, tutta in salita!
Ma ne valeva la pena anche
perché, se la villa attualmente non è visitabile, è privata, e il
giardiniere non ha voluto farmi entrare neanche mostrando la mia patente di
scrittore ;) ... lì vicino ho potuto vedere una bellissima mostra allestita alla Fondation Martin
Bodmer, una collezione privata che per l'occasione esponeva il manoscritto
originale del romanzo (con i pasticci delle correzioni a penna!)
e i ritratti dei protagonisti (nella foto sotto quello di Mary Shelley) di
quella incredibile notte che a duecento anni di distanza mantiene immutato il
suo fascino e mistero. Tornato da questa avventurosa spedizione ho tratto nuova
linfa e nuove idee per la mia storia: chissà, forse tra duecento anni qualcuno
verrà qui a casa mia a cercare le tracce di come è nato
"Welcome to Insomnia", ma per allora io sarò davvero diventato un fantasma!
Vi
è mai capitato di seguire le tracce di un romanzo nelle vostre vacanze? Raccontatemi le vostre avventure, magari
diventeranno gli scenari di un prossimo libro del quale divideremo i lauti
diritti d'autore ;) !!!!
Affascinante...io sono fanatica di Frankenstein e lo trovo un libro bellissimo e profondo. L'ho studiato a scuola e all'università e ne sono sempre stata ammaliata...anche io ho un po' il gusto dell'orrido.
RispondiEliminaPensa poi la coincidenza:la cittadina inglese da dove viene mio marito, Bournemouth, è proprio quella in cui è sepolta Mary Shelley...ovviamente non ho potuto esimermi dal farle una visita.
Ciao carissima! Ero sicuro che questo viaggio ti avrebbe interessata, grazie del suggerimento: metto in agenda il viaggio a Bournemouth! Spero di vederti ad una delle prossime presentazioni. a presto e grazie per il tuo contributo.
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