Roald Dahl dice che gli intellettuali sbagliano a snobbare i libri per ragazzi perché chi scrive per adulti ha un pubblico già ben disposto, chi invece scrive per adolescenti deve convincerli che vale la pena leggere un libro (e lasciare per un attimo da parte cellulare e videogiochi, aggiungo io...) e deve provare ad insegnare loro il piacere della lettura. Dunque, come piccolo regalo di Natale, dono ai miei lettori la possibilità di scaricare gratuitamente le prime 21 pagine del romanzo con l'invito di imitare i ragazzi che mi hanno regalato le loro sincere e bellissime recensioni, con apprezzamenti, ma anche critiche costruttive.
Mi raccomando, piccoli e grandi lettori, aspetto i vostri pareri ;)
1. “Ho letto queste prime
ventun pagine, e me ne sono subito innamorata. Sarà forse per l'amore che provo
verso gli horror, i gialli oppure per tutti i libri che contengono momenti di
suspense. Sinceramente non so perché, ma mi appassionano molto. Quindi si può
dire con certezza che queste pagine mi hanno incuriosito parecchio...
Probabilmente uno di questi giorni andró in biblioteca o in libreria per leggerlo.
Voglio scoprire tutto! Sono davvero contenta di ciò che ho letto, mi è piaciuto
davvero moltissimo, anche per la precisione e per la semplicità in cui è
scritto. Sono curiosa di scoprirne il seguito... Complimenti!”
Carolina Maggi
2. “Non ho parole! Che bello! Prima di tutto voglio chiederLe: " Prof. Alzati, perché ha deciso
di scrivere e come mai proprio un horror?". Queste ventun pagine sono
molto coinvolgenti ed interessanti.
All'inizio, quando la professoressa ci ha dato il compito di leggerle, mi sono cadute le braccia, ma poi con l'iniziativa di leggerle dal computer mi sono ricreduto e le ho lette tutte in breve tempo. Dopo due righe mi sono reso conto che era molto interessante; anche perché in questi due testi si parla di ragazzi e realtà di adesso. Quando ho iniziato a leggerle ero in macchina, leggevo ad alta voce mentre stavamo portando mio cugino in discoteca all'orsa. Si è spaventato di quello che ho letto, ma alla fine si è divertito.”
All'inizio, quando la professoressa ci ha dato il compito di leggerle, mi sono cadute le braccia, ma poi con l'iniziativa di leggerle dal computer mi sono ricreduto e le ho lette tutte in breve tempo. Dopo due righe mi sono reso conto che era molto interessante; anche perché in questi due testi si parla di ragazzi e realtà di adesso. Quando ho iniziato a leggerle ero in macchina, leggevo ad alta voce mentre stavamo portando mio cugino in discoteca all'orsa. Si è spaventato di quello che ho letto, ma alla fine si è divertito.”
Filippo
Galbiati
3. “Bellissimo!!!!! Direi bellissimo in
tutto, ma la cosa che più mi piace e mi attira di questo libro è il linguaggio,
quello utilizzato dall'autore. A me piacciono i libri che nel leggere ti fanno
sorridere perché ironici, che adoperano un linguaggio metaforico, questo è ciò
che mi piace anche scrivere. Ecco, questo libro ha queste caratteristiche e,
ogni singola frase, è curata, è dettagliata e completata da numerosissimi
aggettivi e informazioni che fanno comprendere meglio la vicenda ed è come se
non si volesse tralasciarne neanche una perchè rendono unico il testo, l’idea e
l’autore nel suo modo di scrivere. A mio parere e, secondo i miei gusti, questo
è un po’ il “cavallo di battaglia” del racconto ed è il particolare che ho
notato subito, dopo aver letto le prime righe. Riguardo alla storia che viene
narrata, penso sia molto originale, assolutamente non noiosa, ma soprattutto
richiamante molto di ciò che tutt’ora, al giorno d’oggi viviamo, è
attualissima: la discoteca, il comportamento in classe tenuto dai ragazzi, la
non voglia di partecipare vivamente a qualsiasi lezione, le cuffie per
ascoltare la musica, sembra proprio di ritrovarsi dentro tutto ciò. Questo è un
altro punto forte del libro, l’attualità, che secondo me è molto importante e
invoglia di più i ragazzi nella lettura, non si parla mica della vita noiosa e
lunga di Carlo Magno! Si parla di paura, ma non troppo spaventosa, ma quella
paura interessante che ti fa venir voglia di continuare a leggere, leggere e
leggere, finché non si finisce il libro. Consiglio totalmente la lettura
intrigante di questo libro e penso proprio che continuerò a riderci sopra
incollando, insieme alle prime ventun pagine inviate dalla nostra prof.ssa, le
restanti!! “
Martina Bonfanti
4. “Nonostante abbia letto solo le prime
ventun pagine del libro "Welcome to insomnia" ho capito subito che
potrebbe essere uno scritto interessante, pieno di intrighi e di
suspense. Però solo una volta che l'avrò letto per intero, potrò
capire, fino in fondo, il messaggio che l'autore ci vuole dare. Il linguaggio
utilizzato è vivace e comprensibile e ti fa sentire dentro al racconto. Secondo
me anche il titolo è azzeccato, visti gli incubi che vive il protagonista. La
sera stessa della lettura del libro, mi sembrava che fantasmi e scheletri mi
seguissero sulle scale e spuntassero da sotto il letto; quindi mi è risultato
difficile prendere sonno. Da queste poche pagine, però, ho l'impressione che se
lo leggesse un bambino più piccolo della mia età, potrebbe avere
paura ad andare a letto da solo per lungo tempo. Mi piacerebbe leggerlo per
intero... e lo farò! ”
Nicolò Giovenzana
5. “A me questo libro è piaciuto molto, fin dalle prime
pagine anche perchè mi sono ritrovata molto nel protagonista; io non ho mai
creduto ai fantasmi e mai avrei pensato di crederci, soprattutto non avrei mai
pensato di farlo dopo aver letto un semplice libro, ma mi sbagliavo, infatti
ora ci credo; lo faccio in un modo un po’ strano. Tutti credono che i fantasmi
siano creature paurose, magari anche un po’ anziane, ma no! I fantasmi sono
tutt’altro: sono degli adolescenti, si, proprio come noi, e non fanno per
niente paura, anzi, sono come dei normali amici, ma non visibili. Il racconto è interessante, anche perché, lo
scrittore, (Alzati) tratta temi come la legalità, la diversità di genere,
i pericoli del web, la lotta al bullismo, non banalmente. Ho fatto anche
una ricerca su Alzati e ho scoperto che in questo libro ha fatto riferimento ad
una frase di Martin Luther King (che è un mio idolo) . La frase è: “Un
giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò, andò ad aprire e vide
che non c’era nessuno.” È una frase breve, ma che secondo me ha un
significato profondo: la paura va affrontata con coraggio. Spero che l’autore continui questo libro,
che in seguito mi piacerebbe molto leggere, spero anche di poterlo incontrare e
magari di fargli qualche domanda al riguardo.”
Giulia Pozzi
6. “Le prime pagine mi sono piaciute perché, quando le ho lette,
sembrava
che io fossi la protagonista; soprattutto mi è piaciuto come lo
scrittore ha usato le varie metafore come ad esempio : " Si sedette
sulla vecchia sedia di legno come fosse sul trono di un antico reame".
Comunque leggere la prima parte di “Welcome to insomnia” è stato piacevole perché la trama era inquietante,
timorosa, preoccupante e fantastica.
Sinceramente l'horror non è che mi piaccia molto, però queste ventun pagine
mi hanno colpito tanto e non sono poi così paurose.”
che io fossi la protagonista; soprattutto mi è piaciuto come lo
scrittore ha usato le varie metafore come ad esempio : " Si sedette
sulla vecchia sedia di legno come fosse sul trono di un antico reame".
Comunque leggere la prima parte di “Welcome to insomnia” è stato piacevole perché la trama era inquietante,
timorosa, preoccupante e fantastica.
Sinceramente l'horror non è che mi piaccia molto, però queste ventun pagine
mi hanno colpito tanto e non sono poi così paurose.”
Anastasia
Shmelska
7.
“L’opportunità di poter leggere l’introduzione
di questo libro, mi è piaciuta molto, ma l’horror non è molto il mio genere…
non mi dice nulla, a volte mi chiedo anche che cosa passi per la testa a quelli
che scrivono pagine e pagine su storie
inquietanti, paurose e fredde. Come storia, però, era anche carina, mi è
piaciuta particolarmente l’idea del professore fantasma, peccato che quelle
pagine le abbia lette una sera, così che quando spegnevo la luce e sentivo
strani rumori la riaccendevo; sono andata avanti così, ma dopo la terza volta che
ho spento la luce e ho sentito dei rumori ho pensato: “Però, mi prendono in
giro, eh!!” Allora ho spento la luce e, stringendo i pugni, mi sono
addormentata. Sì, non faceva molta paura in realtà, ma di sera tutto sembra più
strano… e poi era un po’ inquietante, l’aria fredda, le teste del teschio… boh,
fatto sta che non mi ha convinto molto, per un motivo o l’altro, no, non lo
rileggerei.
Mi
spiace di questo commento un po’ negativo, la ringrazio comunque per la sua
attenzione…”
Marta Fumagalli
8. “Le ventun pagine del racconto di Alzati mi sono piaciute molto per
il suo stile e per il racconto in sé. Il libro parla delle paure del buio e
della notte e anche della paura
della diversità. Mi ha colpito anche
perché a me piacciono i fantasmi e queste pagine le ho lette molto
volentieri.”
Elisa Frigerio
9. “In queste pagine si parla di due storie completamente diverse, però simili
tra di loro perchè hanno in comune il
thriller. Se devo dirle la verità quella che mi è piaciuta di più è stata la
prima perchè mi ha fatto capire che
strafare non serve a niente, anzi ti procura delle brutte sensazioni e
poi perchè, secondo i miei gusti, è più
"spaventosa". Leggendo il primo racconto mi sono immedesimata nel
personaggio, mentre nel secondo ho fatto un po' più di fatica. Di questo mi è piaciuta soprattutto la parte in cui la
ragazza, Emma, si ricorda delle cose che faceva prima di andare a letto e anche
cosa faceva con il suo gatto Birba. Tantissimi complimenti allo scrittore
perchè usa un linguaggio semplice e comprensibile. Mi piacerebbe tantissimo incontrarlo.”
Giorgia Villa
10. “Queste ventun pagine
tratte dal libro "Welcome to insomnia" sono molto ansiose e se avessi
continuato a leggere il libro avrei avuto anch'io gli incubi come Emma. Tutte
le cose narrate mi sono sembrate intensamente inquietanti, strane e
soprannaturali. Inoltre l'autore ha ripreso due mie paure: quella dei clown e
quella dei peluches o delle bambole che ti guardano in modo inquietante. Nonostante
questo le pagine sono molto belle e ben strutturate. Non so se questo libro sia
stato scritto per far riflettere sull'esistenza dei fantasmi o semplicemente
per raccontare una storia dell'orrore. Io, sinceramente, da piccolo avevo paura
dei fantasmi infatti quando mi mettevo nel letto la prima cosa che facevo era
nascondermi sotto le coperte sperando di non imbattermi mai in uno di loro nei
miei sogni durante la notte. Un altro mio timore è guardare a lungo i
quadri con figure di persone e avere l'impressione che muovino gli occhi.”
Alessandro
Panzeri
11. “Come inizio è molto stravagante: la
riflessione sui fantasmi non me la sarei aspettata.
Questa mi ha fatto
pensare ad alcune persone della nostra età, quelle più timide, riservate, quei
ragazzi o ragazze che vengono presi o prese in giro per il semplice fatto che
non sono alla moda, che vorrebbero essere come gli altri, ma c’è qualcosa che
glielo impedisce.
Io ho sempre creduto
nei fantasmi: spesso da piccola mi divertivo a far finta di essere in un film e
che i miei migliori amici erano due simpatici fantasmi, uno cicciottello e
l’altro molto vivace, e giocavo con loro tutto il giorno, forse perché mi
sentivo come loro, come un fantasma, invisibile agli occhi degli altri.
I miei genitori, mio
fratello e i miei amici mi ritenevano un po’ pazza, come se non avessero mai
visto una bambina di cinque anni, con molta fantasia, parlare da sola, o
meglio, con i suoi due migliori amici immaginari.
E ora che ci penso,
forse un po’ pazza lo ero davvero, ma adoravo il modo in cui mi inventavo i
giochi più strani che potessero esistere. Il resto delle pagine mi ha
emozionata molto, soprattutto il fatto che, prima di Stranaluna, i molti
supplenti arrivati in 3^ B si sono arresi al caso disperato di una classe, un
po’ come la mia, ricca di alunni disperati e isterici.
L’emozione che ho
sentito di più è stata la paura.
Mi ha messo molta
paura la parte in cui Emma parlava dei suoi incubi: ricordo che, come lei,
avevo anch’ io spesso degli incubi e non dormivo finché mio fratello, che era
in stanza con me, non veniva a dormire, solo a quel punto mi addormentavo
incosciente di quello che sarebbe accaduto dopo, forse nella realtà, o forse
solo nella mia mente. Sinceramente anche io mi sono ormai scordata tutti quanti
gli incubi, che ora non invadono più la mia mente, ma dopo le parole di Emma ho
iniziato anche io ad avere i brividi lungo la schiena. Odiavo quando mi
svegliavo di soprassalto, dal nulla, per la paura, perché sapevo che poi non avrei
più ritrovato il sonno e passavo metà della notte sdraiata sul letto, sotto le
coperte che pensavo mi proteggessero da tutte quelle sagome che fluttuavano nel
buio, a girarmi i pollici, dando, ogni tanto, qualche occhiata all’oscurità,
aspettando con ansia il mattino, la luce, la fine del buio.
Penso proprio di
voler leggere tutto il libro perché mi ispira molto già dalle prime pagine.”
Martina
Sangalli
12. “Sono 21 pagine
veramente ricche di aggettivi. A me sono piaciute molto e penso che forse
prenderò anche il libro intero per leggerlo.
Mi sono piaciute le
descrizioni, le ambientazioni e soprattutto mi ha colpito perché è un racconto
horror.
Bella la prima parte
che parla di un quindicenne che va a una festa in discoteca e beve qualcosa,
perché convinto da un suo amico. Subito dopo ha le allucinazioni, poi sognava
creature che lo spiavano da dietro degli alberi e continuò ad averle in mente
fin quando non svenne.
La seconda parte
parla, invece, di un nuovo strano insegnante che fa delle strane domande sulla
paura del buio. Emma, una ragazza della loro classe, si distinse dagli altri
dicendo di non aver paura del buio, ma poi la notte sognò molti incubi. Non vedo
l'ora di leggere tutta la continuazione del libro.
Denis Cazzanescu
13.
“Queste pagine mi sono piaciute e non. Non mi
sono piaciute perché l’autore dal 2006 passa subito al 2016 senza raccontare i fatti
successi nell’arco di dieci anni. Ciò che mi è piaciuto è il fatto che questo professore nuovo riesce a gestire una
classe molto, ma molto “casinista”, aiutato
solo da un vecchio giradischi e un vinile di canzoni rock. L’altra cosa
che non mi è piaciuta è quando cambia velocemente il personaggio passando da un
professore alla ragazza modello della classe. Avrei tanto
voluto scoprire il finale… ma dovrò
aspettare di acquistare il libro.”
Marco Morati
14.
“Le pagine mi sono piaciute molto
anche se ogni parola che leggevo faceva paura. soprattutto quando Emma
raccontava il suo sogno. Prof. ssa farci leggere queste pagine è stata
un’ottima idea. Faccia i complimenti allo scrittore Alzati.” Federico Giacalone
15. “Cara Prof.ssa Magni, oramai è da un
paio di giorni che ho finito di leggere, con gusto, le prime pagine che mi ha
inviato. Che dire: sono fantastiche! MI piace molto il fatto che l'autore usi
un linguaggio molto giovanile, e per questo si fa capire alla grande. La storia
è molto interessante, essendo un thriller ogni minimo fatto ti fa venire voglia
di continuare la storia tutto d'un fiato. Appena finito di leggere ho
esclamato: "Cosa?! Voglio sapere che cosa succede!" Aspetto con ansia
l'uscita del libro per poterlo andare a comprare e sapere il finale della
storia che, ripeto, mi è piaciuta tantissimo. Spero sia d'accordo con la
mia ,anche se breve, riflessione, ma ora devo scappare perché sono in ritardo.
“
16. Secondo me questo libro
è molto bello, perché è ambientato a Consonno in un paese abbandonato che si
trova vicino a no. A me non piacciono i libri di genere horror, ma questo
mentre lo leggevo mi entusiasmava sempre di più per due motivi: il primo
riguarda lo stile della scrittura, molto bella per i ragazzi e con termini a
noi congeniali, mentre il secondo riguarda il fatto che è tratto da una storia un po’ vera perché si
dice che a Consonno ci siano i mostri, infatti viene anche chiamata la città
fantasma”.
Alessandro Fumagalli
17.
“Le prime venti pagine che ho
letto del romanzo “Welcome to insomnia” mi hanno incuriosita e convinta che il
libro potesse essere interessante tanto che l’ho comprato. Inoltre il fatto che
sia scritto da una persona che insegna lettere in una scuola di ordine uguale
alla mia me lo rende ancora più accattivante. Nelle prime pagine, l’autore,
spiega chi sono per lui gli adolescenti; li paragona a fantasmi un po’
impertinenti e incompresi che hanno bisogno di
qualcuno che li ascolti e si accorga che esistano: proprio come gli
adolescenti che in seguito sono i protagonisti del racconto. Questa
introduzione ha reso seducente il libro e mi ha invogliata alla lettura. E’ ambientato in una classe
terza e si parla di ragazzi che hanno e che devono affrontare le prime scelte,
i primi dubbi e le paure come quella
dell’ignoto, della solitudine e della diversità. Lo faranno grazie a questo
nuovo professore che li coinvolgerà in lezioni non più noiose ma
interessanti e curiose …”
Vittoria Brivio
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